domenica 14 aprile 2013

CANTO VENTUNESIMO, BATTAGLIA FLUVIALE


Achille fa una grande strage di nemici sullo Scamandro, gettandone poi i corpi nel fiume: subiscono questa sorte anche Licaone figlio di Priamo e il forte eroe peone Asteropeo. Indignato per tanta impudenza lo Scamandro lo prega di continuare la sua strage altrove, ma il Pelide non l'ascolta e continua il massacro. Allora il dio del fiume, adirato, gli scaglia contro la vorticosa potenza delle sue acque e Achille, atterrito, fugge via, temendo di morire di una morte vergognosa. Interviene Efesto che con una pioggia di fuoco placa l'impeto delle acque, salvando l'eroe acheo. Gli dei sull'Olimpo, dopo una breve scaramuccia familiare alquanto poco eroica, smettono di lottare. Intanto Achille, ingannato da Apollo che ha preso le sembianze di Agenore, un guerriero troiano che poco prima l'aveva affrontato, si fa inseguire lontano dalle porte Scee, mentre tutti i fuggitivi troiani riescono a rientrare in città.

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